Mesa - Santa Margherita


La cantina Mesa nasce da un sogno recente, infatti è stata fondata nel 2004 ma in questo breve lasso di tempo è riuscita a creare una serie di vini eccezionali, divenuti celebri in Italia e nel mondo.
​Mesa in sardo significa ‘tavola’ o ‘desco’ ed è sull’essenza del convivio, della famiglia e della semplicità che è stata fondata questa cantina.La grandezza e l’importanza di Mesa è anche merito del territorio sardo, straordinariamente vocato, e dell’impostazione tipica e tradizionale che Gavino Sanna, proprietario e fondatore della cantina, ha voluto creare. L’utilizzo di pompe meccaniche è bandito e tutto il vino prodotto viene travasato utilizzando la caduta naturale, per non creare shock ad una materia tanto nobile e delicata.Le bottiglie dei vini Mesa sono state infatti pensate e disegnate con lo scopo di rappresentare la Sardegna. Il colore scuro richiama l’austera dignità delle donne sarde, portatrici dei valori di una terra tanto ricca. Al collo di queste “donne” ci sono dei piccoli “cammei”, etichette minimali che riproducono i tradizionali arazzi sardi. Eleganza, qualità e semplicità sono le parole chiave di questa cantina che sa davvero stregare il cuore con i suoi vini tanto moderni quanto antichi, sempre comunque ricchi di fascino.

 

 



Nel 1935, Gaetano Marzotto decise di creare un vasto polo agricolo di mille ettari tra Fossalta di Portogruaro e la Laguna Veneta, dedicando i suoi vini alla moglie amata, Margherita. Nel secondo dopoguerra, si concentrò sulle denominazioni di origine controllata.

Durante questo periodo, iniziò a costruire case e stalle nelle aree dove sarebbero sorte le varie cantine, offrendo alloggio e strutture alle persone che lavoravano la terra. Oggi, queste tenute coltivano uve di alta qualità, producendo vini d'eccellenza.

Percependo anche il mutamento del gusto e delle abitudini alimentari degli Italiani che cercavano vini meno strutturati piacevoli in grado di accompagnare una cucina più leggera e salutistica.

Santa Margherita intanto sceglie in quegli anni la via della sostenibilità, protocolli di lotta integrata per azzerare l’utilizzo della chimica di base; minori produzioni di più alta qualità; investendo nel ripristino dell’ambiente, combattendo gli sprechi, salvaguardando la biodiversità e la tutela del paesaggio.